Peter Pan impara a crescere
Recensione a "La casa per bambini speciali di Miss Peregrine" di Ransom Riggs
AUTORE: Ransom
Riggs
TITOLO ORIGINALE: Miss Peregrine’s Home for Peculiar
Children
TRADUTTORE: Ilaria Katerinov
EDITORE: Rizzoli
COLLANA: Best BUR
PAGINE: 380
In un momento in cui i supereroi la fanno da
padroni in ogni tipo di intrattenimento, questo romanzo ci trasporta in un
mondo dove chi ha dei poteri non salva gli indifesi indossando abiti
appariscenti. Gli Speciali infatti sono costretti a celare la propria identità
ai Normali e, soprattutto, ai Vacui che danno loro la caccia da tempo immemore.
La trama per questo primo volume -di quella
che sarà una trilogia- è abbastanza lineare e non presenta grosse sorprese,
eccetto un bel colpo di scena sul finale che davvero non mi aspettavo. Seguiamo
quindi le vicende di Jacob, un ragazzo dalla vita tutto sommato ordinaria; a
dare un bel tocco di avventura alle sue giornate ci pensa il nonno Abe, con i
suoi favolosi racconti sugli anni passati in un orfanotrofio abitato da bambini
dotati di straordinari poteri. Con il passare degli anni, Jake si convincerà
che quelle del nonno erano solo fantasie, ricordi distorti per dimenticare le
sofferenze negli anni della guerra, almeno fino al giorno in cui assiste
all’omicio di Abraham, proprio ad opera dei mostri che nei suoi racconti davano
la caccia ai bambini Speciali.
Questa tragedia mette in moto una serie di
eventi che porteranno il nostro protagonista sull’isola di Cairnholm, dove
scoprirà la verità sul nonno, e anche suo sul destino.
Jacob è il protagonista perfetto in un
romanzo per ragazzi: ironico, alla mano e ben lontano dall’essere perfetto; a
tratti mi ha ricordato Percy Jackson, ma è comunque ben strutturato ed il suo
POV rende la lettura scorrevole e piacevole. Molto toccante e ben costruito il
legame che lo unisce al nonno che, pur comparendo ben poco nel romanzo, è
risultato tra i migliori personaggi. Ho trovato invece esagerato introdurre
così tanti tra gli Speciali, cosa che crea non poco confusione, specie se
nominati solo un paio di volte.
È doveroso precisare che nella maggior parte dei
casi, i poteri di questi bambini li rendono degli strambi fenomeni da baraccone
piuttosto che dei supereroi; tutto sommato, sono comunque ben pensati ed affatto
esagerati, con l’eccezione delle ymbryne, di cui spero si parlerà più e meglio
nei prossimi volumi
L’intero romanzo può essere interpretato come
una rivisitazione della fiaba di Peter Pan, con Jacob combattuto tra restare
sull’isola e vivere in un mondo idilliaco seppur statico, e crescere
normalmente, vivendo come da sempre è abituato. Alla fine si raggiunge un
equilibrio tra le due alternative, con Jake e gli altri bambini che comprendo
di dover crescere, seppur restando nel passato.
A farmi storcere il naso è stato invece il
comportamento del protagonista nei confronti della sua famiglia e della sua
“vecchia” vita: non penso che un ragazzo normale, senza gravi problemi con i
genitori, possa andarsene così a cuor leggero sapendo che molto difficilmente
li potrà incontrare di nuovo. Sembra invece che a Jacob non importi affatto di
parenti ed amici.
Un plauso è dovuto alla grafica, per le
splendide foto (tra l’altro genuinamente d’epoca) nonché per le primi pagine
dei capitoli, arricchite da decorazioni molto retrò.
In conclusione, segnalo che se l’orfanotrofio
di Miss Peregrine vi ricorda un po’ la scuola del Professor X, penso si tratti
in un vizio di famiglia, se così si può dire: la mogli di Riggs, Tahereh Mafi,
è l’autrice di un romanzo che in molti hanno additato come un plagio della
storia di Rogue, personaggio per l’appunto del fumetto degli X-Men.
LA VIGNETTA
Ma quanto è inquietante Enoch?
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